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È gratis, ma quanto costa? Il segreto delle promozioni gratuite

Il sistema del gratuito ha generato nuove dinamiche economiche fondate sull’assenza di prezzo, sul costo zero che, soprattutto grazie al web, è in grado di far arrivare un prodotto a milioni di utenti, dando vita a un modello economico basato su larga scala che abbatte i costi di produzione.

L’aumento di imprese e modelli di business che decidono di integrare il proprio piano di marketing con prodotti e servizi gratuiti ai clienti, o potenziali tali, è in aumento e i consumatori ne sono sempre più consapevoli.

Anche il gratis genera profitto

Ma se software, musica, video e tanti altri prodotti digitali tendono ad essere venduti a prezzi bassi o addirittura vengono regalati, come si genera il profitto?

Il profitto si genera in modo indiretto. Come sostiene il guru di "Wired" Chris Anderson nel suo libro "Free. The future of a radical practice", il costo zero non è sinonimo di zero profitti, ma un mezzo che veicola il consumatore, attraverso il prodotto o il servizio offerto (vedi Google, YouTube, Facebook etc…) a generare profitto in modo obliquo e, soprattutto, estremamente diffuso.

Economia del valore

Questa forma di economia basata sul free genera anche nuovi modelli culturali e di mercato basati ad esempio sull’attenzione, sulla reputazione, sulla qualità del contenuto, difficilmente quantificabili, ma molto proficui e potenti. Nella "freeconomics", in cui lo scarto per sovrabbondanza viene sfruttato come risorsa per una nicchia, tutti hanno il proprio posto e la propria possibilità. È evidente che, in un sistema del genere, ciò che stabilisce il prezzo o il non prezzo di un prodotto e di un servizio non è più determinato (come ci insegnava l’economia classica) dalla "scelta in condizioni di scarsità", ma dal valore che il prodotto e il servizio hanno per noi attraverso cui decidiamo quanto siamo disposti a pagarli.

Tre forme di gratuito

Come accennato sopra, il prezzo di un’offerta gratuita è determinato dal valore dell’esperienza che il consumatore fa del prodotto o del servizio, per cui non è la promozione gratuita in sé che fa la differenza, ma il valore attribuito dopo l’esame che se ne fa.

Ci sono tre utilizzi principali che si fanno dell’offerta gratutia:

 Gratis con pubblciità. In questo tipo di modello, il consumatore non paga nulla e sperimenta molto valore, il profitto deriva dalla pubblicità che altre imprese hanno interesse a fare tramite il servizio o il prodotto offerto gratuitamente dall’azienda. I casi più eclatanti di questo tipo di offerta sono rappresentati da Google e Facebook. Naturalmente, i prodotti e i servizi offerti devono effettivamente rappresentare un’esperienza di valore che attragga il consumatore, lo faccia innamorare, gli crei assuefazione ed entri a far parte della sua vita.

 Gratis con funzionalità ridotte. I freemium. Questo modello si basa sull’offerta di un servizio il cui utilizzo è però parzialmente disabilitato. Ora, a meno che la parte del servizio che viene offerta non costituisca un’esperienza completa sconvolgente e non sia estremamente attraente, il campione regalato non è mai abbastanza interessante da indurre l’user a proseguire nell’acquisto della parte mancante, anche perché ha già capito di cosa si tratta, sa già cosa otterrà pagando e ha deciso che non vale la pena farlo. Un’azienda che ha deciso di utilizzare questo modello è, ad esempio,cv Skype.

 Gratis per un periodo limitato di tempo. Questo è uno dei migliori modelli di offerta gratuita perché permette all’utente di fare un’esperienza gratuita completa e appagante che diventa appetibile e desiderabile nel momento in cui scade, spingendolo quindi ad acquistare i prodotti e i servizi fino ad allora goduti in versione Premium.

Il free ha quindi un suo prezzo e, soprattutto, il valore di un prodotto o di un servizio, il quid che lo rende appetibile e quindi ricco intrinsecamente è ciò che conta e che non potrà mai essere sostituito da nessuna offerta gratuita.

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