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Kony 2012: tutti i segreti del video da 70 milioni di visite in 4 giorni

Come si realizza una campagna viral? Quali caratteristiche deve avere un video per innescare un processo di condivisione che coinvolga milioni di persone? Cos’è che ci fa spingere il tasto Share?

Se avessi la risposta probabilmente sarei già milionaria, tuttavia, lo studio di case history di successo è un buon modo di fare benchmarking e imparare dai più bravi!

Ecco perché il caso di Kony 2012, il video che raggiunto ben 70 milioni di visualizzazioni in soli 4 giorni (è stato dichiarato come il video più condiviso della storia in un lasso di tempo così breve), ha suscitato la mia curiosità.

Che cos’ha di speciale questo video?

Per capire il successo di questo video bisogna partire dal concetto di meme, neologismo inventato da Richard Dawkins circa 35 anni fa per indicare tutte quelle unità culturali che gli esseri umani si passano, contagiandosi quotidianamente. Sono Meme le religioni, i ritornelli, le leggende metropolitane, le favole, le filastrocche, le idee, i tormentoni and so on per molte righe ancora.

Ora, dopo 35 anni, con l’arrivo di internet, la velocità di contagio dei meme si è quintuplicata e il fenomeno della diffusione viral è diventato sempre più potente.

Questo video è stato pensato, realizzato e diffuso in modo da azionare tutti i meccanismi che spingono una persona a condividerne il contenuto. Suscita emozioni che incitano all’azione e alla riproduzione.

Vediamo insieme quali sono gli elementi che fanno di questo video una specie di algoritmo audiovisivo calcolato per ottenere diffusione.

 Lotta tra bene e male. Nel video viene riproposto un classico espediente narrativo risalente alla tragedia greca: la lotta tra bene e male e in questo caso il male è iperfocalizzato, con sottili riferimenti a Hitler. Questo incita all’altruismo condiviso.

 Dal particolare all’universale. La storia viene raccontata a partire dal particolare, dagli aspetti più intimi e personali della vita di un singolo, che parla in prima persona, fino all’universale della situazione di tutti gli uomini. Questa è una tecnica molto utilizzata nel linguaggio giornalistico per ottenere maggiore attenzione e credibilità.

 La chiamata alle armi. Il video chiude con una chiamata all’azione, dando inoltre una data di scadenza, proprio come accade nelle televendite (chiama entro i prossimi 15 minuti per ottenere lo sconto).

 Una narrazione moderna. Il tipo di narrazione è molto moderno, i giovani vi si possono identificare completamente: una un linguaggio del reality, ci sono frammenti di vita molto intimi del protagonista. La linearità della storia è interrotta da flashback e flashforward per mantenere attiva l’attenzione, il tutto sapientemente accompagnato da una musica scelta con maestria.

 Autoreferenzialità. Il video è fortemente autoreferenziale: include memes e ripetizioni di sé stesso, fa costantemente riferimento a Facebook e alla condivisione, all’autoreplicazione.

 Richiama all’unione. Utilizza elementi che fanno impazzire il nostro cervello come masse di gente che fanno la stessa cosa tutti insieme, che ballano, cantano e condividono emozioni collettive.

 Personaggi famosi e autorità. Utilizza personaggi famosi come Clooney, Lady Gaga, Angelina Jolie, questo ne ha consacrato la diffusione su piattaforme social come Twitter; inoltre, menzionando l’argomento delle autorità ha conferito grandiosità e importanza a livello istituzionale del progetto.

 E’ lungo. Questa caratteristica, all’apparenza sconveniente, è in realtà una delle chiavi del successo di questo video perché trasmette l’idea di aver visto qualcosa di importante, un documentario e non un semplice annuncio pubblicitario.

 La vita narrata. Nel video si assiste a nascite, morti, violenza, sequestri, mutilazioni il tutto in una cornice fortemente epica. Questo, invece di deprimere, chiama all’azione, al "life changing" allo "yes we can", comunicando l’idea di essere venuti a conoscenza di qualcosa di nuovo, che ora ti permetterà di guardare le cose in modo diverso.

 La possibilità di cambiare il mondo con un click. Il messaggio è chiaro dall’inizio e spiegato letteralmente per farlo capire ad un bambino: ciascuno ha il potere di cambiare il mondo. Ci sono continue immagini di tasti, tastiere, bottoni, tutti supporti simbolici per trasmettere ottimismo tecnologico e un unico messaggio chiaro e deciso: condividi, dona!

Prima questo video, erano stati realizzati altri 10 documentari sull’argomento, erano stati mostrati alle università, alle istituzioni riuscendo ad ottenere in totale solo 3000 visite.

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